esperienza realizzata con i bambini di 3 anni

Da ottobre 2012 a giugno 2013

MOTIVAZIONE:

Ogni diverso momento della giornata trascorsa insieme ai bambini denota ed evidenzia l’importanza di una relazione educativa significativa, a tal punto che ogni singolo evento può e deve essere considerato mezzo – strumento di comunicazione educativa nonché emotiva.

I rituali della cura promuovono la crescita e il benessere del bambino. Essi rispondono infatti al suo bisogno di ritrovare contesti di relazione stabili, oltre a quello familiare, dove poter sperimentare ed elaborare la quotidianità in tutte le sue componenti: emotivo/corporee, cognitive e affettivo/sociali.

Il sonno rappresenta un ambito di cura privilegiata poiché assicura un clima di calda confidenza fra l’adulto e il bambino, generando importanti occasioni di scoperta di sé, iniziativa autonoma e condivisione di significati nel gruppo dei pari. Del resto, essi costituiscono contesti altri rispetto a quelli vissuti tra le mura di casa: il progetto si propone di accompagnare i bambini piccoli il più serenamente possibile al momento del sonno attuando strategie e modalità che facilitino il passaggio dalle ritualità familiari a quelle scolastiche.

In collaborazione con il personale ausiliario e con i genitori è stato allestito uno spazio funzionale e piacevole da vivere che risponde ai bisogni dei bambini e alla percezione infantile dello spazio. L’obiettivo è quello di garantire un ambiente accogliente e caldo che possa in qualche modo richiamare l’accoglienza domestica: curiamo nei dettagli la preparazione di ciascun lettino, che vale una sorta di spazio privato/casa per il bambino, corredandolo di tutto il necessario per garantire sonni sereni.

Particolare attenzione merita la gestione del tempo dell’igiene personale in preparazione al sonno; ciascuna insegnante, accompagnerà i bambini della propria sezione in bagno: se ben organizzato, questo passaggio aiuta a rilassarsi nel piccolo gruppo preparando il riposo in maniera genuinamente efficace.

Nel rispetto dell’esigenza dei bambini di avere una figura di riferimento affettivo stabile le insegnanti che accompagneranno i bambini nella stanza del riposo saranno sempre le stesse.

Teniamo conto del loro bisogno di prevedibilità, rassicurandoli con uno svolgimento di un rituale uguale ogni giorno: accompagniamo i bambini nei lettini cantando una ninna nanna a cui seguirà il  racconto di una fiaba.

I bambini a questo punto chiudono gli occhi e si rilassano ascoltando piacevoli brani musicali.

Le insegnanti che rimangono con i bambini restano in silenzio cullando chi è più inquieto o rimanendo sullo sfondo in modo che tutti sentano la loro vicinanza emotiva.

CULTURA DEL GRUPPO:

  •  G. Kaufmann-Huber, I bambini e il bisogno di rituali, la meridiana
  • Scuola dell’infanzia- Giunti scuola, settembre 2012
  • Maestra dell’infanzia-EDIBA, settembre 2012

 PERSONE COINVOLTE:

 Tutti i bambini piccoli

  • Le insegnanti Madre Giannina, Daniela Squassoni, Marzia Marcazzan
  • Le insegnanti di sezione
  • Personale ausiliario

   I RITUALI DELLA NANNA

Il momento della “nanna” alla scuola dell’infanzia si basa su una relazione consolidata, perché l’abbandonarsi al sonno in un ambiente diverso da quello domestico non è facilmente superabile se il bambino non è sicuro del luogo in cui si trova.

L’insegnante facilita il passaggio dalla veglia al sonno ricorrendo sempre a quei piccoli rituali (ciuccio, copertina, orsetto, ninna-nanna …) che, proprio perché ripetitivi, sono rassicuranti; infatti se qualcosa si ripete sempre allo stesso modo significa che il bambino è in grado di controllare ciò che lo mette in ansia o a disagio.

Poco prima di entrare, tutti insieme, nella stanza della nanna un’insegnante prepara lettini e tutto il necessario per un dolce pisolino, rispettando sempre la stessa disposizione dei lettini: è bene, infatti, che i bambini mantengano lo stesso posto ed abbiano a fianco gli stessi amichetti.

Oltre a preparare i lettini con lenzuolini e coperte adatte alla stagione, sarà cura dell’insegnante riporre su ciascun lettino ciucci, copertine personali, orsetti, cuscini portati da casa: questi oggetti, infatti, rievocano e ripropongono la sensazione di tranquillità e serenità che si può trovare tra le mura domestiche.

Una volta che tutto è pronto, i bambini possono accedere alla stanza e coricarsi sui propri lettini. A questo punto le insegnanti pongono in essere alcuni piccoli accorgimenti che favoriscono il pisolino:
– così come nell’utero materno prima e tra le braccia della mamma dopo, anche alla scuola dell’infanzia il primo elemento che si cerca di riproporre nella stanza della nanna è un ambiente tranquillo ed accogliente con temperatura mite, colori tenui, luci diffuse, lettini comodi e copertine adeguate alla stagione;
coprire il bambino, appena si corica supino, con la coperta e/ o il lenzuolino, sia per trasmettergli un senso di protezione rispetto all’ambiente esterno, sia perché, con il calore creato dal contatto tra il corpo e la coperta, il bambino riesce a prendere sonno più facilmente;
mettere il bambino in una posizione comoda, almeno durante la fase iniziale del sonnellino. Capire la posizione preferita del bambino è fondamentale per instaurare con lui un rapporto di fiducia completa e totale. In questo modo, trovandosi a proprio agio e sentendosi conosciuto, sarà più propenso a rilassarsi e a fidarsi dell’educatrice anche in questo momento così delicato.
cullare il bambino e fargli ascoltare suoni dolci ed ovattati.

Le insegnanti, purché la situazione non richieda interventi particolari, evitano di far addormentare i bambini in braccio per questioni legate:
– al tempo che si ha a disposizione; cullare tra le braccia un bambino per farlo addormentare vuol dire avere un rapporto uno ad uno con ognuno e questo vorrebbe dire impiegare almeno il doppio del tempo per farli addormentare tutti;
– all’aspetto educativo, in modo che il bambino impari ad essere autonomo in ogni frangente della sua vita ma allo stesso tempo che gli adulti sono al suo fianco e lo aiutano in questo percorso, ma che non sono sempre al suo servizio.

Il riposo pomeridiano così concepito offre al bambino la possibilità di sviluppare alcune regole basilari per una corretta relazione interpersonale all’interno di una comunità:
– la condivisione, infatti il bambino si abitua a condividere gli spazi  con altri coetanei;
– il rispetto dell’altro; il bambino sa che ci sono altre persone che, come lui, devono riposare, per cui impara che non può piangere ad oltranza, perché ci sono gli altri bambini che stanno già dormendo e non devono essere svegliati, se si sveglia da solo prima che le educatrici entrino in stanza, deve rimanere sdraiato in silenzio, senza piangere o strillare, perché, anche se non si ha più sonno, stando sdraiati ci si può comunque riposare;
– l’autonomia, in quanto il bambino inizia a capire che gli adulti non sono sempre a sua disposizione (possono esserci bambini che richiedono maggiori attenzioni perché più piccolini) e ci sono cose che riesce a fare anche da solo; inizia così ad adeguare i suoi comportamenti in funzione dell’ambiente circostante.

Solitamente, il tempo dedicato al riposino pomeridiano è di circa un paio d’ore, per permettere al bambino uno sviluppo sia fisiologico sia cognitivo. Il sonnellino, infatti, permette sia il recupero delle energie consumate durante la prima parte della giornata e la possibilità di affrontare con allegria le attività pomeridiane, sia una crescita cognitivamente equilibrata. Un’ultima considerazione va rivolta alla fase del risveglio. Anche questo momento è molto delicato perché i bambini devono essere richiamati allo stato di veglia senza precludere l’umore con cui si approcceranno alle attività pomeridiane. Per questo le insegnanti iniziano ad aprire la porta della stanzina e ad aumentarne l’afflusso di luce al suo interno per far in modo che i suoni dell’ambiente circostante entrino e li accompagnino nel risveglio; poi iniziano a chiamare dolcemente i bambini per nome finché non li vedono riaprire gli occhietti e, nel caso in cui proprio i pargoletti non riescano ad allontanarsi dal dolce abbraccio di Morfeo, cercano di riportarli allo stato di veglia attraverso piccoli gesti ridestanti, come solletichino sotto i piedi, carezze e dolci massaggini.

RUOLO DELL’INSEGNANTE:

  • Predispone un luogo sereno e accogliente in un clima di relazioni stabili che aiuti i bambini ad affrontare serenamente il sonno pomeridiano

 A cura di  Daniela Squassoni